Le regole della reputazione online
L'informazione in rete non puo' essere cancellata
Non è in generale possibile cancellare l'informazione esistente in rete solo perché nociva della propria reputazione.
I motori di ricerca (ad es: Google) riflettono ciò che viene pubblicato in rete ma non sono responsabili dei contenuti. Ciascun titolare di sito web risponde del contenuto pubblicato sulle proprie pagine. I motori di ricerca non sono in grado di modificare il contenuto dei siti.
Il metodo consigliato da Google è contattare l'autore/titolare del sito e chiedere la sua collaborazione nella rimozione delle informazioni sgradite. Google poi rifletterà il cambiamento dei contenuti.
Se c'è violazione della legge si puo' chiedere la disattivazione a Google
In assenza di collaborazione con il gestore del sito, in casi particolari di violazione della legge può essere iniziata azione legale e attivate le procedure previste dai motori di ricerca. Google ha una procedura di disattivazione di pagine nel caso risultino non piu' esistenti o nei casi di
- Pubblicazione del codice fiscale personale
- Pubblicazione del numero del conto bancario o carta di credito
- Pubblicazione di un'immagine della firma scritta a mano
- Visualizzazione del nome e cognome o nome della azienda mostrati in un sito di contenuti per adulti che visualizza spam nei risultati di ricerca di Google.
Nessuna delle opzioni sopra esposte appare però percorribile nel caso di attacchi alla propria dignità o reputazione, nei quali tipicamente sia l'autore del testo che il gestore del sito sono appunto la parte avversa. E' necessario ricorrere a tecniche di "web reputation management" ovvero di difesa, miglioramento e controllo della propria reputazione in Internet.
In rete non esiste la privacy
Qualsiasi cosa sia stata detta di voi, qualcunque evento o attività pubblica si è fatta in passato, lascia una traccia perenne online.
Internet non permette nemmeno il "diritto all'oblio", che in definitiva è un buon difensore della privacy. Fatti accaduti anni fa, e comparsi ad esempio sulla stampa quotidiana, nel mondo reale vengono dimenticati, online no. E' difficile, anche se non impossibile, per i non giornalisti, recuperare articoli di giornale di scorse annate, numeri arretrati di riviste, per non parlare di sentenze di tribunale o simili. Nel mondo reale informazioni di anni fa, ma anche di qualche mese scorso, cadono, appunto, nell'oblio collettivo. Questo meccanismo difende tutto sommato la propria privacy, viene chiamato comunemente "diritto all'oblio": non si puo' continuare ad essere perseguitati dalle medesime accuse per sempre, nella maggioranza dei casi poi oltretutto risultate infondate.
Online invece la privacy viene annullata. Google è inesorabile. Niente oblio: qualsiasi cosa viene riproposta come attuale. Ma in molti casi si puo' intervenire.
Esistono delle condizioni da verificare prima di iniziare l'intervento, ma in genere è possibile operare in tutti i casi nei quali non si sia di fronte a soverchianti fonti di informazione (non si puo' modificare la reputazione di Al Capone, o modificare ad arte l'ordine di ranking di Google per un campione sportivo o un uomo politico citati continuamente in migliaia di siti in rete)